“Ho tutto in mente. Un giorno lo stamperò”.
Finché è nella tua testa non è scrittura. Banale vero? Eppure sono molti coloro che “scrivono” nella loro testa e poi cancellano in attesa della frase perfetta da poter finalmente scrivere sul foglio.
È una specie di automatismo istintivo di autoconservazione : non voglio vedere quella bruttura di scrittura di fronte me. È un po’ come evitare di guardarsi allo specchio per non vedere quel difetto che non ci piace, eppure…
La scrittura ha bisogno di materiale grezzo, materia prima e imperfetta da elaborare e finché è nella nostra testa è meno che aria, solo un illusorio pensiero fugace.
Molti grandi scrittori affermano che la scrittura è più un lavoro artigianale, e non una geniale ispirazione dall’alto da scrivere su pietra (da non correggere e cancellare) come i dieci comandamenti.
Lavoro artigianale vuol dire che quella materia prima, la pietra, la creta, la cera è di fronte a noi ed è plasmabile, lavorabile a colpi di cesello, lima, martello, forbice.
Il primo passo di questo processo è riversare la materia prima sul foglio. Se possibile di getto in modo da farsi trascinare da questo flusso più che sospingerlo. Scarica tutto sul tuo tavolo di lavoro. Dal silos della tua mente tutto passa attraverso la penna per manifestarsi sul foglio. Solo così diventa concreto, reale, manipolabile. Questo è il momento di divertirsi, di seguire l’entusiasmo, la passione, il cuore in ogni follia.
Una volta fatto questo hai di fronte a te il materiale su cui lavorare.
Ma quali sono gli attrezzi o gli strumenti di chi scrive?
Nel nostro metodo Writers & Readers ne utilizziamo quattro principali:
ELASTICO, EVIDENZIATORE, PENNELLO, TEMPERINO
Sono semplici strumenti che puoi tenere fisicamente davanti a te sulla scrivania e in questo modo ricordarti di usarli. Puoi prenderli in mano e magicamente ti suggeriranno cosa fare.
Oggi parliamo del primo strumento. ELASTICO
È lo strumento dell’esplorazione e della ricerca. Puoi tenderlo per cercare nuove idee, possibilità o parole. Un esempio semplice. Se ti chiedo di pensare a un animale, molto probabilmente comincerai da quelli più vicini e banali. Cane, gatto, cavallo…
Ora se utilizzi l’elastico continuerai a tendere la ricerca allontanandoti fino ad arrivare per esempio a camaleonte, dromedario, geco. Se tendi ancora andando ancora più lontano potresti arrivare a ippogrifo, unicorno, Minotauro, varcando il limite del reale.
A questo punto proprio come l’elastico puoi tornare indietro e scegliere l’animale che vuoi dopo avere esplorato oltre il quotidiano. Puoi applicare l’elastico se stai cercando di elaborare un’idea, un concetto, una frase, una parola.
L’elastico ti aiuta a produrre idee, a non fermarti alla prima e a cercare altre soluzioni, una diversa dall’altra.
La cosa importante è scegliere di utilizzare questo strumento per una specifica ricerca e applicarlo per un definito periodo di tempo (5/10 minuti) o per un minimo di opzioni ( 25/35 possibilità). Tendi l’elastico finché vedi che quello che produce è abbastanza lontano, diverso o insolito rispetto al punto di partenza e soprattutto finché, dopo lo sforzo iniziale di tenderlo, ci provi gusto. Non di più perché come tutti gli elastici potrebbe rompersi e invece hai bisogno di tornare indietro al tuo testo portando con te l’energia creata dalle nuove idee.
Nei nostri incontri utilizziamo spesso questo strumento che nella sua semplicità crea sorpresa e stupore per le idee che produce. Con la partecipazione di più persone l’effetto si amplifica e produce rapidamente un effetto che chiamo “volo creativo”. Avviene quando improvvisamente il pensiero si stacca dal terreno della logica e del giudizio e vola libero, creando cose inaspettate.